Cesate artistiche in Durando
Progetto
La storia non è solo passato, ma è anche un presente che plasma il futuro.
Nell'ambito del nostro impegno verso la comunità e la cultura, abbiamo trasformato le cesate del cantiere in veri e propri affreschi urbani ispirati alla ricca storia del quartiere Bovisa. Qui la storia di un quartiere prende vita attraverso installazioni artistiche intrise di significato.
Le installazioni artistiche narrano il passato affascinante della Bovisa, dalle antiche cascine alle prime industrie, fino ad abbracciare la Bovisa contemporanea, un quartiere pulsante di vitalità e ricco di sfaccettature uniche. Ogni opera d'arte è un viaggio visivo che si dipana attraverso il tempo, un invito a esplorare le radici profonde e le evoluzioni che hanno plasmato la comunità nel corso dei decenni.
Per noi, raccontare la storia di un'area è più di un gesto artistico. È un atto di condivisione, un'opportunità di far emergere e conoscere le radici che hanno contribuito a plasmare il tessuto sociale e culturale del quartiere. La storia di un'area è la trama su cui si intrecciano le vite di coloro che la abitano, un patrimonio collettivo che merita di essere riscoperto e celebrato.
Attraverso queste installazioni, aparto non solo trasforma le cesate del cantiere in opere d'arte suggestive ma crea un ponte tra passato e presente, invitando la comunità a riflettere sulla propria identità e a condividere il proprio legame con la storia del luogo. Ogni installazione è un invito alla partecipazione attiva, una call to action per coltivare un senso di appartenenza e orgoglio verso le radici comuni.
In questo modo, aparto non solo contribuisce all'estetica del quartiere, ma sostiene anche la formazione di una comunità consapevole e impegnata, pronta a preservare e tramandare la ricca eredità storica per le generazioni future. Un racconto visivo che va al di là delle pareti, per far emergere e condividere una storia che è parte integrante del tessuto di aparto Milan Durando.
Collaboration with Taldeg
Fondata nel 2017, Taldeg si dedica con passione a creare connessioni significative tra creativi di talento e aziende desiderose di investire nell'arte, costruendo un ponte unico tra l'espressione artistica e il mondo degli affari.
La missione di Taldeg è chiara: garantire che i talenti siano ascoltati, apprezzati e valorizzati attraverso opportunità di collaborazione che non solo ispirino, ma che anche innovino e trasformino. La nostra collaborazione con Taldeg nasce dalla profonda volontà di portare l'arte in luoghi inaspettati, dove la creatività possa fiorire e sorprendere.
Quando ci immergiamo nell'arte, il nostro cervello rilascia endorfine, trasformando l'esperienza in qualcosa di unico e gratificante. Niente emoziona e ispira come l'arte. Riteniamo che la bellezza debba essere accessibile a tutti, offrendo a ciascuno la possibilità di vivere, respirare e sentire l'arte.
L'arte è narrativa, una lingua universale che permette di esprimere emozioni, riflettere sul presente e trasmettere valori e idee. Essa va oltre il linguaggio, facilitando lo sviluppo del pensiero laterale, stimolando la creatività e promuovendo la flessibilità mentale. L'arte è uno strumento che ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e gli altri. – apARTo è tutto attorno a te.
Proposta artistica: Cesate realizzate da artisti
La prima opera è quella di Hazkj che comincia la narrazione del quartiere, mostrando la sua evoluzione dal passato fino ai giorni nostri. All'interno dell'opera c’è un richiamo al toponimo con i buoi, all’operosità delle industrie che sono state avviate il secolo scorso e alla cooperazione del nuovo quartiere che si andrà a formare, dedicato agli studenti. L'opera si conclude con la rappresentazione di una mano che tiene tra le dita un seme, simbolo di speranza e futuro.
Giacomo Zecchi in arte Hazkj. Hazkj è un giovane artista bolognese che ha coltivato la sua passione per il disegno e la pittura sin da piccolo, esprimendo la sua creatività principalmente nell’illustrazione e nell’arte visiva posizionata nel tessuto urbano. Uno stile che combina tematiche e simbologie sociali ad elementi culturali e storici. Ha partecipato a molti festival di pittura murale e i suoi lavori si trovano soprattutto in Toscana e Emilia Romagna. Come illustratore ha partecipato a mostre collettive e collaborato a molti progetti artistici, promuovendo anche workshop di stencil art.
La seconda opera è quella di Rosmunda, che racconta ii quartiere da un punto di vista del passato più recente: il suo murale riprende la narrazione partendo dalla metamorfosi del bruco in baco da seta, che in passato veniva allevato per sostentare le famiglie contadine che inizialmente vivevano nella zona della Bovisa. Il filo si snoda e diventa un vero e proprio filo conduttore che attraversa situazioni e personaggi parte della realtà cittadina, dal filo delle lucine sui navigli al filo per stendere, ai palloncini in piazza del Duomo, al filo della tramvia. Tutto è connesso e in continua evoluzione. L'opera si conclude con la metamorfosi del bruco in farfalla, che sono presenti anche lungo le cesate che portano alla prossima opera.
Maria Bressan, in arte Rosmunda, è una giovane artista pordenonese di 30 anni che si è trasferita fino a Carrara per seguire i propri sogni. Prima per studio, frequentando i corsi di scultura all’accademia delle Belle Arti, e poi per lavoro, fondando, insieme alla collega Fiammetta Ghiazza, un atelier proprio nella località toscana. «Ho sempre avuto la passione per il disegno fin da bambina», afferma nel corso dell’intervista. Una passione che non l’ha mai abbandonata fino alla definitiva svolta nel 2020, quando si è dedicata letteralmente alla street art - realizzando dei murales di valore sulle facciate delle città italiane - fino al grande salto chiamato Studio Brezza.
Urto celebra il passato del quartiere combinando case stilizzate che rappresentano le prime costruzioni, campi fioriti che richiamano l'abbondanza e il bue che è un richiamo al quartiere Bovisa. L'opera si conclude con un baco da seta, ripreso nelle opera precedent.
Urto, nasce nel 1987 a Catanzaro. La chiamata artistica arriva molto presto. In terza media scappa (spaventato e felice! n.d.r) per aver dipinto il bandone di una scuola. Da quel momento poi però inizia a dipingere con più tranquillità.
"Quello che cerco di non perdere mai di vista è la spinta che mi ha fatto cominciare e che tutt’oggi sopravvive, anche se si è evoluta ed è cambiata. Lasciare una traccia è la cosa più importante di tutte. Lasciare un segno significa lasciarsi dietro un pezzo, colorato o argento, curato o veloce (ma anche le cose veloci sono curate a modo loro), sul metallo o sul cemento. Questo lo stabilisci di volta in volta, quello che c’è intorno è una pagina vuota da riempire, da raccontare."
Urto ama rimanere ancorato alle sue origini di street artist, anche il nome ne è una testimonianza, una Tag veloce e bilanciata che rende bene l'idea della sua arte.
Oltre ai graffiti, ama la grafica, la digital art e l’aerosol art. Poi, dice, mi sono ricordato che oltre alle bombolette e il computer esistono i pennelli, i colori acrilici, la china, le tempere, gli acquerelli e allora ho iniziato a usare anche quelli.
La quarta opera è quella della street artist Nian, che rappresenta il presente e si focalizza sul concetto di rinascita del quartiere. L’idea si sviluppa intorno ad una base triangolare che simboleggia il cammino in salita dei progressi compiuti fino al momento presente. Al vertice, un seme germogliante rappresenta il presente stesso, mentre le radici visibili simboleggiano le fondamenta della crescita. Sulle estremità della base triangolare, due figure emergono parzialmente, con solo metà del volto visibile, enfatizzando il concetto di emergere. Queste figure rappresentano il passato e il futuro. La figura a sinistra, pianta un seme simboleggiando le radici della storia del quartiere. La figura a destra, accarezza una piantina cresciuta, suggerendo il progresso in corso. Entrambe le figure convergono al centro con le mani unite, simboleggiando l'atto collaborativo di far crescere il germoglio, che rappresenta il presente. L’ intento di questo bozzetto è quello di catturare in maniera sintetica e simbolica l'idea di un presente che emerge dal passato e si estende verso il futuro, sottolineando l'importanza della collaborazione e dei progressi nel quartiere.
Nel 1990 nasce Nian e, insieme a lei, il suo universo femminile. L’interprete fiorentina afferma con convinzione la dimensione sacrale dell’intimo femminino, indagandone la pluralità di declinazioni.
Generative e mistiche, raccolte in pose contorte, le sue timide creature sospendono spazio e tempo nella complice ricerca dello stato di quiete. Tra realismo magico e primitivismo, la pittura figurativa di Nian si svolge in ambientazioni stranianti, suggerite dal sogno lucido dell’artista e dalla sua continua evoluzione stilistica.
L'ultima bozza è quella dello street artist Bislak, che rappresenta lo sguardo verso il futuro.
Un ragazzo, che tiene in mano la piantina presente nella precedente opera, sbircia attraverso la toppa di una porta e ciò che appare davanti al suo sguardo è il futuro che si sta costruendo. Un'ambiente ricco di alberi, una struttura che unisce e aggrega ma che allo stesso tempo lascia spazio agli studenti di seguire le proprie passioni e inclinazioni. C'è chi ama chiacchierare, chi suonare, chi leggere, chi praticare uno sport
Marco Ronda nasce a Catanzaro il 3 Ottobre 1991 non per sua scelta(ovviamente). Inizia a dipingere i primi passi da piccolissimo imbrattando divani, biciclette e giocattoli di plastica con colori di pessima qualità e di discutibile gusto estetico. Crescendo inizia a colorare le pareti della sua stanza a cadenza annuale con soggetti ogni volta diversi fino a quando lo spessore delle pareti era troppo grande per contenere la sua persona. Mentre stava rischiando di essere sbattuto fuori casa, si accorge che altri esseri umani hanno il suo stesso problema e si aggrega con loro ad una di quelle sette d'arte chiamate Accademie dove si avvicina al mondo della Scenografia. Finiti gli studi però, mentre cercava la retta via, ricade nel baratro della dipendenza da muri. Da nord a sud inizia a cerca i muri più brutti, più grandi, più difficili, più bianchi, più neri(per il politicamente corretto)per dargli una nuova vita. Festival, serrande, gradini, muretti e ancora serrande sono soggetto dei suoi sfoghi mentali e pittorici. Organizza financo un festival di serrande al suo paese natio invitando altri artisti per le serrande dato che voleva fare un festival di serrande per far dipingere gli artisti sulle serrande (Sparti Festival su instagram). Dopo due edizioni le serrande non sono ancora finite, i soldi scarseggiano, la voglia rimane...si continua a lavorare sui muri, muretti, pavimenti, ballatoio, pareti, paretine, fogli, fogliettini, tele, tavole, tavolette, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare...